Confermata la crisi del turismo, mai così male da maggio 2021.
Le difficoltà innescate dalla quarta ondata iniziano a erodere la fiducia delle attività economiche. E a gennaio, come era prevedibile, l’indice Istat del clima di fiducia segna una brusca frenata, in particolare per le imprese del turismo, confermandone la crisi in atto.
Così Confesercenti.
Il riacutizzarsi della pandemia incide anche sulle famiglie: l’indice dei consumatori registra una flessione di 3,5 punti, per via del peggioramento dei giudizi e delle attese sulla situazione economica del Paese e sulla disoccupazione. Ma il calo più rilevante è segnato dall’indice delle imprese, che registra una flessione di oltre 7 punti dovuta alle tensioni sui prezzi energetici ma anche, e soprattutto, alla performance negativa dell’insieme delle imprese attive nei servizi di mercato, che soffrono la caduta peggiore (-15 punti). Un deterioramento del clima a sua volta guidato dalla crisi del turismo che segnala, anzi conferma, le aspettative più nere, con un crollo di 24 punti del clima di fiducia: il più rilevante registrato da maggio del 2021 ad oggi. Anche nell’insieme del commercio si registra una flessione di quasi un punto, anche se il commercio tradizionale – grazie ai saldi – si distingue per una lieve variazione positiva.
“Le rilevazioni Istat confermano l’allarme che lanciamo da tempo: la quarta ondata sta riportando indietro le lancette della ripresa, in particolare per il settore turismo, ripiombato in un forte stato di crisi. È una nuova emergenza – spiega l’Ufficio Economico Confesercenti – che richiede un intervento immediato. A partire da misure atte a contenere i costi dei beni energetici e a sostenere l’occupazione: lo sconto sulla contribuzione per le imprese che accedono agli ammortizzatori sociali stabilito dal DL Sostegni è un passo in avanti, ma non sufficiente. Serve la previsione della causale COVID-19 quantomeno dal 1° gennaio al 31 marzo: a rischio ci sono molti posti di lavoro, soprattutto tra le imprese di piccole e medie dimensioni del comparto. Un problema particolarmente grave nelle grandi città turistiche”.