Ecco la sintesi del sondaggio di Confesercenti Arezzo sulla tematica dei saldi di fine stagione.
A seguito del sondaggio relativo all’andamento dei saldi estivi 2023 effettuato sugli associati di Confesercenti, a livello provinciale, è emerso un andamento negativo. Il sondaggio prevedeva la compilazione di 20 domande tra cui quelle relative anche alle prospettive future e ai suggerimenti per il miglioramento della normativa compreso il tema dello spostamento della data di avvio sia dei saldi estivi, sia di quelli invernali.
CONFESERCENTI AREZZO ha rilevato che il 70,6% ha avuto un andamento peggiore rispetto al 2022. Solo il 5,9% ritiene che siano andati allo stesso modo dello scorso anno mentre il 23,5% ha dichiarato un andamento migliore anche se il miglioramento si assesta tra una 5 minima che varia tra il 5-10%. Quindi nessuno ha avuto comunque un incremento rilevante nelle vendite di fine stagione.
Tra l’altro il 70,6% ha mantenuto le stesse percentuali di sconto mentre il 29,4% le ha alzate rispetto al 2022 per rendere ancor più attraente lo shopping.
Il quadro invece che emerge sull’andamento delle perdite è significativo. Tra chi ha indicato un andamento peggiore rispetto al 2022 oltre la metà (il 58,3%) ha indicato un calo delle vendite tra il 20/30% . Il 33,3% ha registrato una riduzione tra il 5/10% e l8,3% addirittura tra il 40/50%.
Per il 91,7% la causa principale (era possibile dare più risposte) dell’andamento negativo dei saldi e da attribuire all’inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto dei consumatori. Ad incidere negativamente anche il meteo per il 41,7%; la concorrenza online per il 58,3%; e l’8,3% ha rilevato che i saldi mascherati hanno comunque danneggiato chi si comporta correttamente.
Tra i fattori invece che hanno alimentato lo shopping a prezzo scontato estivo c’è stato il 50% di commercianti che ha ritenuto che l’andamento positivo sia sta legato al buon assortimento di merce che aveva in negozio. Il 15% ha correlato il buon andamento dei saldi alle presenze turistiche. Il 10% ha registrato un andamento migliore grazie alle vendite online, il 7% invece grazie alla promozione e pubblicità effettuata costantemente sui social; il 13% grazie ai prezzi sempre più convenienti avendo alzato le % di sconto e infine il 5% ha migliorato le vendite per aver inserito il settore Donna tra i capi di abbigliamento.
Per il 93,8% dei partecipanti al sondaggio sarebbe giusto posticipare la data dei saldi estivi. Solo il 6,2% ritiene l’attuale partenza del 1 sabato di luglio giusta.
Tra chi è favorevole allo spostamento della data di avvio dei saldi il 56,3% ha indicato come data l’ultima settimana di luglio; il 18,8% la prima settimana di agosto e il 24,9% vorrebbe l’avvio dei saldi da dopo il 15 agosto con una durata di un mese fino al 15 settembre ritenendo che ormai la stagione estiva si è allungata fino ad ottobre.
Relativamente alla partenza dei saldi invernali solo il 17,6% è favorevole all’attuale data di avvio mentre l’82,4% ritiene necessario posticiparla, indicando la data dell’avvio a fine gennaio (il 60%), a inizio febbraio (13,3%) a metà febbraio (20%) e a metà marzo (6,7%).
Sulla durata di 60 giorni del periodo di saldi il sondaggio ha evidenziato che il 64,7% è favorevole mentre il 35,3% è contrario e vorrebbe ridurli a 30 giorni.
Per quanto riguarda il divieto di vendite promozionali durante il mese antecedente l’avvio dei saldi il 52,9% lo ritiene giusto mentre il 47,1% lo ritiene inutile motivando la risposta:
– perché comunque online si trovano sempre sconti (28,6%)
– perché il divieto di fare sconti nel mese precedente rallenta le vendite durante le settimane precedenti all’avvio. (28,6%)
– perché c’è comunque chi fa saldi mascherati (14,3%)
– perché deve essere riconosciuta la libertà di fare un’offerta magari su alcuni capi. (14,3%)
– Perché la normativa non è più al passo con i tempi (14,3%)
Sulla liberalizzazione dei saldi nessuno si è espresso favorevolmente. Il 29,4% è a favore dell’attuale regolamentazione dei saldi e il 70,6% è a favore dell’attuale regolamentazione dei saldi che ha però bisogno di essere modificata.
Infine il 58,8% ritiene utili le iniziative organizzate per promuovere lo shopping serale durante il periodo dei saldi mentre il 41,2% non lo ritiene utile.
Tra chi ritiene utili le iniziative di shopping serale durante il periodo dei saldi il 55,5% indica come periodo ideale per organizzarle il weekend dell’avvio mentre il 44,4% vorrebbe un evento organizzato dopo 15 giorni dalla data di partenza per dare un nuovo sprint alle vendite a prezzi scontati.
Alla domanda aperta su quali possono essere le eventuali azioni da intraprendere per aiutare il settore dell’abbigliamento non tutti hanno risposto. Emerge una generale rassegnazione. Riassumendo le più significative abbiamo rilevato:
– “Equiparare la tassazione che abbiamo noi commercianti locali a quella dei colossi dell’online”
– “Far pagare alle grosse catene le tasse in Italia con una percentuale almeno del 40%”
– “Il problema è che le persone si sono abituate all’acquisto on line. E sarà sempre peggio… I negozi spariranno tutti nel giro di pochi anni”.
– “Siamo il settore più penalizzato…nessuno ne parla…abbandonati al nostro individuale destino…lo stato non ci aiuta” (Covid escluso ma con pochi spiccioli)
– “Sicuramente lo spostamento dei saldi almeno di un mese in avanti Incentivare a fare acquisti nei negozi di vicinato Diminuire la tassazione Poi purtroppo contro le vendite online e grande distribuzione c è poco da fare”.
– “Promuovere la propria attività sui social”.