FINANZIARIA

Confcommercio e Confesercenti esprimono forte preoccupazione per i contenuti della Finanziaria 2007 licenziata dal Governo ed a breve in discussione in Parlamento, che definiscono “conservatrice e poco innovativa, orientata far pagare alla
piccola e media impresa, la parte più sana del paese, le diseconomie di una grande industria sempre più in difficoltà e sempre più vocata all’assistenzialismo.
Considerano le norme li contenute fortemente orientate da un preconcetto presente in ampi settori del Governo; preconcetto che considera la piccola e media impresa fonte di evasione fiscale e non la considera per quello che essa rappresenta nello scenario economico del Paese e della nostra provincia. Ricordare i numeri può dare il senso esatto di ciò di cui parliamo: oltre 3 milioni sono le imprese medie e piccole in Italia, tutte
assieme danno lavoro a circa il 72% degli occupati italiani.
La presenza di quello che indicano come un preconcetto avverso la piccola impresa non poteva che generare misure punitive verso di essa sul lato del prelievo fiscale e orientare le risorse destinate allo sviluppo in direzione quasi esclusiva della grande impresa.
In particolare le Organizzazioni contestano:
• l’incremento contributivo per i titolari delle imprese; incremento varato pur in presenza di un saldo patrimoniale attivo del fondo INPS dei settori commercio e dell’artigianato;
• l’aggravio contributivo sull’apprendistato; strumento quest’ultimo troppo spesso avvicinato al precariato ma che ha garantito e garantisce l’inserimento di tanti giovani nel mondo lavoro;
• l’ennesimo inasprimento degli studi di settore; tali studi da strumento utile ad indicare il giusto reddito d’impresa stanno divenendo, finanziaria dopo finanziaria, il mezzo per “spremere”la piccola e media impresa; nel far questo il Governo dimentica però di corrispondere ad un impegno che eppure aveva assunto al momento del varo degli studi, quello di eliminare i registratori di cassa mezzo inutile visto che l’impresa dove dichiarare il reddito indicato dagli studi;
• la misura che prevede il trasferimento ad un fondo gestito all’INPS il 50% del TFR; tale misura è particolarmente punitiva per la piccola impresa con dipendenti in quanto la costringere per recuperare “liquidità” ad indebitarsi ulteriormente con
il sistema bancario; e sarà costretta a farlo da una posizione di ulteriore debolezza nei confronti del sistema creditizio, che già oggi non considera la piccola impresa tra le sue priorità;
• considerano negative le misure che consentono ai comuni di inasprire le addizionali irpef; la possibilità di introdurre una nuova tassa di soggiorno del valore di € 5 a pernottamento che aggiunta alle imposte che già gravano sul turismo non farebbe altro che aggravare il gap competitivo con gli altri paesi europei.

Pertanto le Associazioni della minore impresa dichiarano il loro stato di mobilitazione per rivendicare le necessarie correzioni alla manovra finanziaria; in ciò si rivolgono in particolare alle forze politiche e ai parlamentari locali affinché considerino tali
esigenze e concorrano a rappresentarle in Parlamento nell’iter di approvazione della Finanziaria.

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