BENZINAI

Impianti di distribuzione dei carburanti chiusi su strade e autostrade il 6,7 e 8 giugno. Lo sciopero, si legge in una nota Faib Aisa, Fegica e Figisc Anisa, «è l’unica risposta possibile all’atteggiamento irresponsabile di un Governo che si prepara a trasformare in legge un provvedimento che cancella una intera categoria di lavoratori, sfascia una rete distributiva strategica per il Paese e che assicura da sempre capillarità e servizio alla comunità, inganna i cittadini ed i consumatori mistificando sulle reali ragioni e futuri effetti della sua iniziativa».

MOTIVAZIONI – «Tutto questo – sottolinea anche Donato Nardelli, Presidente Faib Confesercenti Arezzo – al solo scopo di speculare sulla propaganda alimentata annunciando fasulli ribassi dei prezzi della benzina, per rimontare la palese perdita di credibilità e di consenso tra la gente, i lavoratori, la collettività. Dietro parole feticcio, liberalizzazione, consumatori, concorrenza, questa classe dirigente pasticciona e poco preparata prova a nascondere i consueti giochi di potere, questa volta finalizzati a favorire gli ‘amici’ e portare in dote alla Grande distribuzione organizzata una consistente fetta della torta di un mercato che per i gestori vale 35 millesimi di euro al litro ed uno stipendio per sopravvivere, ma che per loro costituisce l’obiettivo di un fatturato complessivo di oltre 40 miliardi di euro ogni anno».

COMPRENSIONE – In questo quadro, appare «assolutamente funzionale al disegno del Governo, l’atteggiamento che stanno assumendo le compagnie petrolifere, disponibili a spartire mercato e profitti con la GDO e pronte a conculcare persino i diritti contrattuali dei gestori, facilitando l’espulsione della categoria». I gestori che già nei mesi scorsi avevano scioperato contro i provvedimenti del Governo in materia di liberalizzazioni «confidano» infine «di poter contare sulla comprensione e la solidarietà di una larghissima parte della popolazione che, di volta in volta, appare sempre più costretta a difendersi».

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