Preoccupata l’Anva per la direttiva Rutelli

La direttiva sul commercio in aree pubbliche in zone di valore culturale del ministro Francesco Rutelli potrebbe mettere a rischio i mercati italiani.
Il testo che punta ad arginare situazioni di degrado nelle aree artisticamente e culturalmente più significative prevede una revisione delle autorizzazioni per il commercio ambulante.
Un fatto che preoccupa l’Anva che ha provveduto a valutare i contenuti del testo ministeriale e individuare le strategie da adottare per limitare i danni per il commercio su aree pubbliche.

Dall’esame della direttiva emerge la volontà di un rilancio della lotta dell’abusivismo che distingua e
combatta la tendenza a confondere operatori regolari da quelli non regolari o abusivi.
Da qui la necessità di rilanciare l’iniziativa politico-sindacale nei confronti degli enti locali di competenza e nei confronti delle soprintendenze perché non si generino confusione e strumentalizzazioni sulla vicenda da parte di chi intende in realtà estromettere le attività commerciali
dai centri storici.
A tale scopo l’Anva ha formato un coordinamento nazionale delle tre città più a rischio (Venezia, Firenze e Roma) corrispondente a quello analogo creato dalle Amministrazioni comunali.
Il coordinamento si pone l’obbiettivo di informare, di scambiare le notizie sulle azioni amministrative, di valutare proposte coordinate ed iniziative congiunte al problema.
L’Anva con i suoi vertici nazionali ribadisce la disponibilità della categoria al confronto sulla qualificazione dei banchi e delle strutture nei nostri centri, come dimostrano del resto gli investimenti fatti sia a Pisa, che Firenze, che in altre città in questi anni o su codici di comportamento ed professionalità.
Ma è stata ribadita con altrettanta decisione che la categoria non intende accettare confusioni tra ambulantato e abusivismo, né intende cedere sui propri diritti alla concessione decennale, vuole stabilità dell’azienda, lavorare con certezza, investire con certezza, chiede garanzie sulla possibilità di gestire, cedere e affittare la propria attività come una normale impresa.

Anche ad Arezzo la questione viene seguita con attenzione sia per quanto potrebbe essere concernente alcuni mercati nei centri storici della Provincia, sia per quanto a riguardo eventualmente della fiera antiquaria stessa.

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