Rispettare l’intimità e il dolore

Momenti che non si sposano con la vita frenetica del commercio.

Sulla questione della casa funeraria in zona Pratacci interviene anche Confesercenti.
Confesercenti già nel mese di maggio si era fatta promotrice di un incontro sollecitato da alcuni operatori della zona Pratacci, preoccupati della realizzazione in quel sito di una “Casa Funeraria. Immediata la mobilitazione che consentì di far sedere intorno a un tavolo commercianti e amministratori.
“La questione sollevata – dichiara Confesercenti – fu l’opportunità o meno di realizzare a Pratacci una ‘casa funeraria” con tanto di reception, sale per il commiato, per la preparazione e veglia delle salme e locali per la tanatoprassi. Ci sembrava inopportuno il fatto che momenti di dolore e riservatezza si potessero fondere con la frenesia del commercio e delle attività produttive di un’area con questa vocazione.Le nostre preoccupazioni assieme a quelle di chi a Pratacci esercita attività commerciali, direzionali e artigianali furono condivise dall’amministrazione comunale.”
“Il confronto – prosegue la nota – servì per avere le rassicurazioni da parte degli amministratori cittadini che sottolinearono la non compatibilità della destinazione urbanistica della zona Pratacci con la realizzazione di una casa funeraria. L’incompatibilità, peraltro, fu contestata formalmente alla società proprietaria dell’area. A quanto pare i lavori non sono stati interrotti. Perlomeno sembrano interrotti solo per la parte che riguarda la tanatroprassi, ma non per il resto dell’attività, cioè quella relativa alla preparazione delle salme e al luogo per il commiato.”
“Seppure di fronte ad una legislazione ‘strana’, che considera i servizi funerari in genere alla pari di tutti gli altri, quindi compatibili con destinazioni urbanistiche dove sono collocati i più disparati servizi, rimane la ‘delicatezza’ del tipo di attività posta in essere a Pratacci. E non solo in relazione alle persone che hanno, loro malgrado, la necessità di recarsi in quel luogo per l’ultimo saluto ai loro cari. L’imbarazzo è infatti quello di trovarsi immersi in un contesto di fervide relazioni economiche. Per di più per le stesse attività economiche, collocate nei pressi della casa funeraria, la difficoltà è quella di essere costrette a doversi confrontare nelle loro relazioni con questo luogo di dolore e pena”.
“All’amministrazione – conclude Confesercenti – se non ha già provveduto chiediamo, se non esistono strumenti giuridici che possano impedire l’apertura, di esercitare ancora una volta una moral suasion nei confronti del gestore dell’iniziativa, affinché valuti più ponderatamente l’opportunità del luogo scelto. Nessuna preclusione per la vendita di lapidi, marmi o bare, questo tipo di attività potrebbe rimanere nel contesto prescelto.”

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