AL VIA I SALDI INVERNALI

Ad Arezzo prenderanno il via giovedì 7 gennaio, in altre città italiane come Roma, Milano, Bologna e Torino invece i saldi sono già iniziati. C’è poi chi parla di liberalizzazione.
Sulla questione, Confesercenti ritiene che in Italia ci debba essere un’unica data di avvio dei saldi.
La stessa data per tutt’Italia quindi e non solo. Infatti per Confesercenti, è necessario determinare con più precisione, le modalità di esecuzione delle vendite di liquidazione, in particolare per il rinnovo dei locali, quando queste si collocano a ridosso del Natale.
“Occorre evitare – afferma Mario Checcaglini, direttore di Confesercenti – da un lato la confusione che si sta generando tra gli acquirenti e dall’altro che le aziende siano costrette a vendere per tutto l’anno prodotti a margini azzerati”.
“Assistiamo sempre più – dichiara Mario Checcaglini – ad una competizione vera e propria tra le regioni. Una corsa a chi determina per prima l’inizio dei saldi. È intollerabile che nelle grandi città come Roma, Milano, Torino e Bologna i saldi siano già iniziati. Il 2 gennaio è una data eccessivamente in anticipo. Lo è soprattutto se si considera che, a causa delle condizioni meteorologiche, la stagione invernale quest’anno è arrivata in ritardo. Solo 15 giorni prima del Natale infatti sono iniziate le vendite di stagione. Davvero pochi per i fatturati delle aziende. Il rischio è quello che i saldi siano delle vendite di inizio stagione e non di fine stagione. E l’avvio dei saldi così a ridosso del periodo natalizio, il 2 gennaio, è il segnale per i consumatori, che si può attendere quella data per fare acquisti convenienti. E l’acquirente stesso è sempre più confuso.”
Per Checcaglini c’è quindi bisogno di definire bene le norme che regolano i saldi, oltre alla necessità di effettuare i controlli per evitare che si verifichino situazioni in cui i saldi “sono mascherati”.
“Collocare l’avvio dei saldi in prossimità delle festività natalizie – secondo il direttore di Confesercenti – produce solamente l’effetto di confondere i consumatori. Inoltre l’avvio anticipato dei saldi si ripercuote non solo nelle zone dove vengono effettuati, ma anche in quelle circostanti che cercano di adeguarsi effettuando ‘saldi mascherati’. Ad esempio Bologna produce effetti su Firenze e a sua volte il capoluogo sulle altre città della Toscana. E menomale che la nuova legge regionale ha uniformato l’avvio dei saldi della nostra regione con quello previsto per la vicina Umbria”.
“Se si prosegue su questa strada – aggiunge Mario Checcaglini – il rischio è quello di trasformare la stagione dei saldi nel principale momento di acquisto. Ma nessuna impresa, se vuole rimanere sana, può permettersi di vendere 365 giorni all’anno prodotti a margini azzerati. Al contrario la vendita scontata deve essere l’occasione per smaltire la merce invenduta.”
Checcaglini conclude sottolineando che “sarebbero considerevoli i problemi per le imprese, qualora fossero costrette ad un saldo continuo. Limitati sarebbero i loro margini di guadagno. Adesso pertanto è veramente arrivato il momento di sedersi intorno ad un tavolo e iniziare a rivedere le norme che regolino in maniera certa, a livello nazionale, le vendite straordinarie. Per primo e importante stabilire un’unica data di avvio dei saldi. Poi sarà prudente determinare in maniera più puntuale quando e come si possono effettuare le liquidazioni per rinnovo che a volte si sovrappongono ai saldi veri e propri”.

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