Necessaria riforma del settore
“La strutturazione della rete attuale porta con sé una pericolosa situazione di irregolarità contrattuale e carenza di tutele per i gestori, considerato che oltre la metà dei 22 mila e 500 benzinai sono presenti sugli impianti con contratti non conformi alla normativa e con retribuzioni sotto la soglia del margine medio di settore”.
Così il Presidente della Faib Confesercenti Giuseppe Sperduto, a margine dell’Audizione presso la X Commissione (Attività produttive, Commercio e Turismo) della Camera dei deputati, nell’ambito delle risoluzioni sul comparto del commercio al dettaglio di carburanti.
“In altre parole oltre la metà dei punti vendita sono condotti fuori dal perimetro delle leggi speciali del comparto, fatte in ragione sia della particolare conformazione contrattuale, che della normativa concorrenziale comunitaria”.
“Del resto, il ricorso a diverse forme contrattuali e ad accordi economici non negoziati con le Associazioni di categoria assicura illegittimi vantaggi competitivi a chi lo pratica e determina condizioni di gestione capestro, con derive ascrivibili ad un vero e proprio caporalato petrolifero. Inoltre, il 40% degli impianti della rete carburanti ha più di trent’anni e non è adeguato alla nuova mobilità”.
“Questi due dati, da soli – ha concluso il Presidente della Faib – sarebbero sufficienti a far decollare un progetto di riqualificazione della rete, senza aggiungere che circa cinque mila punti vendita sono incompatibili con il codice della strada e con la normativa ambientale”.