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Si spende di più per avere di meno  La spesa degli italiani aumenta mentre i consumi calano: l’inflazione continua a mantenersi su livelli elevati erodendo sempre più il potere d’acquisto delle famiglie. Il dato Istat di giugno evidenzia, infatti, che la tendenza alla divaricazione tra vendite in volume ed in valore nel commercio al dettaglio purtroppo prosegue: il dato medio in valore cresce del 3,6% rispetto allo scorso anno, ma diminuisce di 3,5 punti in volume. Uno scenario negativo che si protrae da più di un anno, e che pesa soprattutto sui negozi che, secondo le nostre stime, hanno registrato un crollo del volume di vendita del -6% nei primi sei mesi dell’anno.  Così l’Ufficio Economico Confesercenti in una nota.  Particolarmente difficile continua ad essere la situazione dei prodotti alimentari per i quali lo scarto, seppur in riduzione, è ancora di oltre 10,5 punti e questo misura la dinamica specifica dei prezzi. Da settembre 2021, infatti, il tasso di inflazione generale ha superato il livello simbolico del 2%, iniziando la corsa dei prezzi che dura da oltre venti mesi e che ha invertito la sua pericolosa tendenza in maniera più decisa solo a partire dal mese di maggio di quest’anno. Anche l’inflazione alimentare, da dicembre 2021, ha seguito lo stesso percorso di accelerazione e la dinamica crescente dei due indici, con picchi per l’indice generale a 11,8% nei mesi di ottobre e novembre 2022 e del 12,8% dei beni alimentari a novembre dello stesso anno, ha generato un esborso di spesa crescente per acquistare volumi di beni comunque in diminuzione.  Sulle imprese come sulle famiglie, pesa anche l’aumento dei tassi di interesse: l’aumento dei mutui frena gli investimenti delle imprese e mette in crisi i bilanci delle famiglie. Una spirale pericolosa che va assolutamente spezzata. La riforma del fisco, la cui delega dovrebbe essere approvata definitivamente nei prossimi giorni, vada nella direzione di un alleggerimento delle imposte sul lavoro, a partire dalla detassazione degli aumenti contrattuali: la via maestra da percorrere per far recuperare potere d’acquisto alle famiglie.

Si spende di più per avere di meno La spesa degli italiani aumenta mentre i consumi calano: l’inflazione continua a mantenersi su livelli elevati erodendo sempre più il potere d’acquisto delle famiglie. Il dato Istat di giugno evidenzia, infatti, che la tendenza alla divaricazione tra vendite in volume ed in valore nel commercio al dettaglio purtroppo prosegue: il dato medio in valore cresce del 3,6% rispetto allo scorso anno, ma diminuisce di 3,5 punti in volume. Uno scenario negativo che si protrae da più di un anno, e che pesa soprattutto sui negozi che, secondo le nostre stime, hanno registrato un crollo del volume di vendita del -6% nei primi sei mesi dell’anno. Così l’Ufficio Economico Confesercenti in una nota. Particolarmente difficile continua ad essere la situazione dei prodotti alimentari per i quali lo scarto, seppur in riduzione, è ancora di oltre 10,5 punti e questo misura la dinamica specifica dei prezzi. Da settembre 2021, infatti, il tasso di inflazione generale ha superato il livello simbolico del 2%, iniziando la corsa dei prezzi che dura da oltre venti mesi e che ha invertito la sua pericolosa tendenza in maniera più decisa solo a partire dal mese di maggio di quest’anno. Anche l’inflazione alimentare, da dicembre 2021, ha seguito lo stesso percorso di accelerazione e la dinamica crescente dei due indici, con picchi per l’indice generale a 11,8% nei mesi di ottobre e novembre 2022 e del 12,8% dei beni alimentari a novembre dello stesso anno, ha generato un esborso di spesa crescente per acquistare volumi di beni comunque in diminuzione. Sulle imprese come sulle famiglie, pesa anche l’aumento dei tassi di interesse: l’aumento dei mutui frena gli investimenti delle imprese e mette in crisi i bilanci delle famiglie. Una spirale pericolosa che va assolutamente spezzata. La riforma del fisco, la cui delega dovrebbe essere approvata definitivamente nei prossimi giorni, vada nella direzione di un alleggerimento delle imposte sul lavoro, a partire dalla detassazione degli aumenti contrattuali: la via maestra da percorrere per far recuperare potere d’acquisto alle famiglie.

La firma dell’accordo tra banche, servizi di pagamento e piccole imprese sul taglio delle commissioni sui pagamenti elettronici, stabilito dalla legge di bilancio, è sicuramente una buona notizia. L’accordo potrebbe portare ad un risparmio sulle commissioni fino a 500 milioni…
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