La ricerca condotta dallAmministrazione provinciale sulla qualità delle sagre che si svolgono in provincia di Arezzo è stato accolto favorevolmente da Confesercenti..
Il censimento della Provincia ha evidenziato che nel nostro territorio si svolgono ben 106 sagre e che di queste ben il 50% non sono legate alla promozione del territorio. Solo 55 infatti sono state promosse con il marchio di qualità.
I risultati della ricerca della Provincia dichiara Mario Checcaglini direttore di Confesercenti – indicano quanto Confesercenti afferma da tempo. Solo la metà delle sagre che si svolgono in provincia di Arezzo hanno le caratteristiche di qualità e di promozione dei prodotti del territorio che giustificano il loro svolgimento.
Come associazione di categoria – prosegue Checcaglini siamo soddisfatti del censimento delle sagre realizzato dalla Provincia. Abbiamo espresso personalmente allassessore Cutini, in occasione di un incontro, il compiacimento per il censimento effettuato. È un primo passo in avanti.
Le sagre aggiunge il direttore di Confesercenti sono un tipo di attività che gode di un trattamento fiscale particolarmente agevolato. E tale regime non è giustificato quando non si parla di attività di promozione e che abbia almeno un legame con il territorio. In assenza di questi requisiti siamo infatti di fronte a veri e propri esercizi anomali della ristorazione.
Per questi motivi, – continua il direttore dellassociazione di categoria – Confesercenti plaude il lavoro svolto dallAmministrazione Provinciale. Se si indica i livelli di qualità minimi a cui le sagre devono attenersi per poter vantare la caratteristica di manifestazione utile al territorio, tutte le altre dovranno poi essere considerate manifestazioni che assumono il carattere di esercizio anomalo della ristorazione, con forti caratteristiche commerciali.
Nel complimentarsi, ancora una volta con lAmministrazione Provinciale per la ricerca conclusa, Checcaglini propone che venga siglato un accordo tra i soggetti che operano nel settore, dalle associazioni della ristorazione, a quelle degli agricoltori fino alle pro-loco.
Cè infatti bisogno conclude Checcaglini – di un regolamento che indichi le caratteristiche che le sagre devono avere per essere considerate di qualità e quindi utili al territorio. Allo stesso tempo è indispensabile sensibilizzare i soggetti organizzatori delle manifestazioni che non rispondono ai requisiti di qualità affinché cessino le iniziative poiché si pongono in concorrenza sleale con quanti svolgono ufficialmente lattività di ristorazione.
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