Confesercenti incontra Bertola sul futuro di Nuova Banca Etruria

Confesercenti incontra Bertola sul futuro di Nuova Banca Etruria

Checcaglini: “importante difendere il ruolo di banca del territorio”

Una delegazione dei vertici dell’associazione di categoria ha incontrato l’amministratore delegato di Nuova Banca Etruria Roberto Bertola.
Il direttore Mario Checcaglini, il presidente dell’area aretina Mario Landini e il direttore dell’ufficio credito Francesco Brami in vista del closing con Ubi Banca, si sono confrontati con Bertola per esprimere le esigenze del settore economico rappresentato da Confesercenti.
“Bertola – spiega Mario Checcaglini – ci ha informato sulla stato della vicenda dell’istituto bancario illustrandoci le prospettive future. Confesercenti ha apprezzato il momento di incontro. Il mondo economico, nel nostro caso il commercio e il turismo, è sensibile alle questioni che riguardano la banca. Le sorti del’istituto di via Calamendrei sono destinate ad incidere profondamente sull’economia aretina”.
“Confesercenti –  aggiunge il direttore Checcaglini – per questo ha espresso la volontà affinchè, per il tramite di Bertola, sia sottolineato a Ubi Banca la necessità per il territorio aretino che sia mantenuto un ruolo importante al centro direzionale di via Calamandrei nell’ambito della riorganizzazione della presenza di Ubi nel territorio italiano. C’è la possibilità di valorizzare l’area aretina per la rilevante attività imprenditoriale che si realizza nella nostra provincia, sia nel manifatturiero che nei servizi, e non dimentichiamo i due importanti distretti che ospita, orafo e moda. In particolare il settore orafo, per le sue particolari caratteristiche connesse con  il ruolo del sistema bancario per la sua crescita, può essere, anzi deve essere, aggiungo, il valore che questo territorio gioca nella richiesta che Arezzo abbia un ruolo rilevante nella riorganizzazione di Ubi”.
Per Confesercenti la scelta sarà importante per tre ragioni. “In primo luogo – dice Checcaglini – per salvare l’occupazione;  inoltre per mantenere e proteggere l’indotto che crea verso le aziende fornitrici; e ultimo ma non di certo per importanza, per continuare a essere un punto di riferimento per le piccole medie imprese. Il tessuto economico aretino è costituito da moltissime piccole e piccolissime imprese e per le loro caratteristiche hanno bisogno di un contatto diretto con l’istituto;  non dimentichiamo che la scelta di Arezzo come uno dei poli di Ubi significa anche maggiore autonomia nella concessione che evita lungaggini inutili che pesa poi in definitiva sulla piccola impresa in particolare. Insomma la presenza di Arezzo come uno dei poli di Ubi in Italia darebbe significato alla presenza di Ubi come banca del territorio e non solo e soltanto a Ubi come azienda che acquisisce gli sportelli di Banca Etruria. Peserà sulla scelta di Ubi anche l’atteggiamento del mondo imprenditoriale, credo perciò che l’ad Bertola ha fatto bene a informare le associazioni degli imprenditori. Spetterà a noi lavorare per far percepire a Ubi che una scelta che valorizza Arezzo è richiesta e sarà apprezzata dal sistema delle imprese”.
“Al tempo stesso –  continua Checcaglini – siamo consapevoli che Ubi potrebbe fare anche una scelta diversa, e su questo potrebbe pesare anche la ‘cattiva’ immagine che Banca Etruria si è attratta e che continua ad essere alimentata dalle proteste, legittime, dei risparmiatori. Le proteste tra l’altro trovano nuova alimentazione dal senso di ingiustizia perpetrato dal decreto con il quale ai risparmiatori Mps è stato riservato un trattamento diverso rispetto agli obbligazionisti di Banca Etruria. Un senso di ingiustizia che accende le rimostranze dei risparmiatori. Io sono tra questi ma al tempo stesso adesso dico con responsabilità, che è importante proseguire le proteste indirizzarle verso le autorità di vigilanza, Consob e  Banca Italia, pretendere che la giustizia faccia il suo corso sulle responsabilità degli  ex amministratori di Banca Etruria, nei confronti del governo che ha avuto due pesi e due misure. Bisogna però stare attenti  a non coinvolgere Ubi Banca che non ha responsabilità sulle vicende pregresse e che potrebbe essere spinta a scegliere un centro direzionale lontano da Arezzo proprio per non essere travolta dalle proteste”.

Arezzo, 22 febbraio 2017

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