CONFESERCENTI INTERVIENE SULLA BUFERA DEI COMPENSI DI SEI TOSCANA

CONFESERCENTI INTERVIENE SULLA BUFERA DEI COMPENSI DI SEI TOSCANA

Mario Landini: “Atto da annullare; l’aumento è immorale. Non si può continuare a far ricadere tutto sulle tasche di cittadini e delle imprese”

Sulla questione dei compensi aumentati del 50% ai membri del consiglio di Amministrazione di Sei Toscana, interviene Mario Landini presidente di Confesercenti Toscana Sud (l’associazione che unisce le consorelle di Arezzo, Grosseto e Siena) e di Confesercenti Arezzo. “Non si può continuare – dichiara il presidente Mario Landini – a gravare sulle tasche dei cittadini e delle imprese. I costi maggiori derivanti dall’aumento dei compensi del cda ricadranno sicuramente in bolletta e questo non lo accettiamo. Per di più la decisione arriva in un periodo particolare per Sei Toscana. La società è commissariata e c’è un’indagine in corso sulle modalità di assegnazione del servizio. Anche per questo giudico immorale l’aumento dei compensi addirittura del 50%. I compensi infatti passeranno dai 300mila euro lordi annui a 460 mila euro. Davvero troppo. Da tempo chiediamo che si proceda a un nuovo bando per l’assegnazione del servizio e soprattutto che si trovino, attraverso una efficiente politica aziendale, i margini per poter finalmente arrivare a una diminuzione delle tariffe e conseguentemente ad una riduzione delle bollette per le famiglie e per le aziende. Continuare invece a sentire parlare di aumenti per un consiglio di amministrazione che tra l’altro porta avanti solo gli aspetti finanziari – che rappresentano il 5% dell’attività della società -, lo giudico un vero e proprio scandalo. Confesercenti Toscana Sud (Confesercenti Arezzo, Confesercenti Grosseto, Confesercenti Siena) non ci sta. Sei Toscana deve dimostrare sensibilità e rispetto per gli utenti a maggior ragione per tutto quello che è accaduto fino ad oggi. Bene ha fatto il presidente dell’Ato Alessandro Ghinelli e il presidente della Regione Enrico Rossi a prendere immediatamente le distanze da questo atto. Adesso devono pretenderne l’annullamento”. Sono molteplici quindi le ragioni per cui, secondo Confesercenti, la deliberà dovrà “essere annullata”.

Arezzo, 2 ottobre 2017

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