Confesercenti: Un provvedimento rischioso

Mai più vino o birra dal porchettaio. E niente bevande alcoliche di qualsiasi genere nei chioschi, mercati o fiere tradizionali della provincia di Arezzo. Dal 29 luglio infatti entra in vigore su tutto il territorio nazionale il divieto assoluto di vendita e di somministrazione di alcolici su aree pubbliche. A prevederlo è la legge comunitaria, “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee” approvata a fine giugno dal Parlamento.
”La direttiva europea, recepita nella legge dal governo, – sottolinea Mario Checcaglini, direttore di Confesercenti Arezzo- chiedeva la riduzione dei danni derivanti dal consumo di alcolici. Su questo nulla da eccepire, anzi anche la nostra associazione si sta impegnando da tempo in un politica di attenzione verso gli abusi dell’alcool. Il fatto è che la risposta italiana è stata quella di vietare vendita e consumo per tutti gli spazi che non siano ristoranti, locali e negozi, senza un’adeguata valutazione di come. In questi termini rischia di tradursi in un grave danno anche per le aziende ambulanti aretine che operano nel settore.”
E contro questa misura insorge l’Anva Confesercenti di Arezzo. Il Presidente provinciale Silvano Amatucci spiega: “La paternità della legge sembra scomparsa. Si voleva evitare il fenomeno dei venditori abusivi per strada, e invece si penalizzano gli ambulanti, senza risolvere il problema dell’alcol”.
“Gli ambulanti – prosegue il presidente Anva – adesso non potranno vendere nemmeno un bicchiere di vino o una bottiglietta di birra per accompagnare il panino con la porchetta o un buon salume toscano.”
“Nel nostro territorio – conclude Silvano Amatucci – sin dal prossimo settembre, il divieto scatterà per le fiere tradizionali, da quella del Mestolo di Arezzo a quella del Perdono di Terranova Bracciolini; per non parlare poi delle fiere internazionali che si svolgono in città e a San Giovanni Valdarno. Il problema quindi è generale e non per pochi e riguarderà anche i mercatini natalizi e le sagre dove si vendono bottiglie di vino. Un danno difficile da valutare appieno”.
La questione è già arrivata al Parlamento e ad oggi sappiamo che lo stesso Parlamento, ammettendo l’errore, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che chiede la modifica della legge. Però, per cancellare il provvedimento è necessaria un’altra legge. Poichè nell’unica che era in itinere non è stato possibile inserirlo. Così, per il momento, a partire dal 29 luglio la legge entrerà in vigore.
“Chiediamo quindi – conclude Mario Checcaglini – che anche le amministrazioni comunali, a partire da quella di Arezzo con il Sindaco Fanfani, così come sta già facendo quella di Firenze con il Sindaco Renzi, ci convochi per valutare ogni possibile soluzione in attesa che il Parlamento apporti al più presto le modifiche del caso. Sulla delicata questione inoltre, abbiamo chiesto anche ai parlamentari aretini Nannicini e Mattesini di farsi interpreti di questo disagio.

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