Domenica 17 febbraio di scena lo

San Giovanni Valdarno ed il suo Centro Commerciale Naturale, “ Vie Di San Giovanni”, omaggeranno nella terza domenica del mese di Febbraio, il proprio prodotto gastronomico principe, ovvero lo Stufato alla Sangiovannese.
Infatti per tutta la giornata in piazza Masaccio, davanti ai tradizionali Saloni, verranno serviti piccoli assaggi, preparati per l’occasione dagli “stufatieri” dei Saloni e dai vari ristoratori del comune (una decina hanno aderito all’iniziativa) accompagnati dai vini rossi del territorio. Sarà possibile mangiare sia sul posto oppure portarsi la pietanza già pronta a casa propria.

“Un modo diverso di continuare a promozionale un piatto tipico che già ci ha fatto conoscere in Italia e all’estero, – ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla cultura e turismo del comune Emanuele Bani – e che continua ad essere un viatico per portare il nome della nostra città fuori dai confini dello Stato. Lo “stufato”è sempre apprezzato ovunque viene servito ed il fatto di essere collegato con la tradizione storica degli Uffizi e del Carnevale lo rende ancora più speciale”.

Dello stesso parere è l’assessore alle Attività Produttive del comune, Mario Marziali, che, insieme alla Pro Loco, all’Ente Basilica che curano nell’occasione la realizzazione della manifestazione ed alle associazioni di categoria ha individuato da sempre nello Stufato alla Sangiovannese uno dei prodotti di lancio del commercio e della produzione di qualità del territorio. “Sappiamo quanto oggi sia determinante per il commercio locale puntare sulla qualità” – ha affermato l’assessore. “In questo caso a questo aspetto si aggiunge tutta una serie di conoscenze e di “maestranze” che trova la sua origine lontano nel tempo e di cui le aziende moderne si sono fatte interpreti. E’ necessario, dunque, – sottolinea Marziali – preservare e tramandare questi importanti saperi”.
“Tra gli obbiettivi delle iniziative del centro commerciale naturale “Vie di San Giovanni “- commenta Mario Checcaglini, Direttore Confesercenti Arezzo, – sin dall’inizio c’è sia quello di offrire ai visitatori sempre nuove occasioni per arricchire lo shopping, specie in questo periodo di saldi, con la scoperta non solo di una città ricca di una rete distributiva eterogenea caratterizzata da un’ampia tipologia di vendita in grado di offrire un ottimo servizio distributivo e capace di soddisfare qualsiasi tipo di clientela, ma anche la promozione e la valorizzazione di tradizioni enogastronomiche come per l’appunto quella dello Stufato alla Sangiovannese.

Le origini dello Stufato, ora addirittura registrato legalmente, risalgono agli inizi del secolo presso alcune fabbriche, come la Ferriera, la Ceramica, le Fornaci Bagiardi, dove alcuni operai, particolarmente ghiotti e abili in culinaria, ogni tanto cucinavano lo spezzatino più che altro a base degli interiori degli animali (polmone, viscere, ecc…).
Uno di questi fu arruolato nell’esercito ed inviato in Libia dove fece il cuoco del reggimento (era la sua attitudine e passione). Qui scoprì le spezie e soprattutto imparò a cucinare i grandi quantitativi di pietanze. Al suo ritorno conservò gelosamente le scoperte e incominciò ad applicarle prima in casa, poi in Ferriera e infine nei saloni della Basilica, dove s’incominciò a cucinare lo spezzatino che da quel momento prese il nome di “stufato alla sangiovannese” perché solo qui lo si faceva con i nuovi ingredienti e soprattutto con il muscolo delle zampe anteriori di vitello adulto, dando al piatto un gusto diverso dallo spezzatino.
Il segreto con gli anni passò da un cuoco all’altro degli Uffizi (ogni Uffizio aveva il proprio cuoco), dando vita ad una vera e propria competizione che ancora oggi si conserva, e poi di casa in casa, nelle osterie e nei ristoranti della città. Ma l’originaria ricetta è rimasta legata agli Uffizi e solo in questa circostanza viene applicata.

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