EVASIONE: OCCHIO ALLE VERE PREDE

Fisco, tema caro alle piccole imprese. In tutti i sensi. “oggi si parla nuovamente di lotta all’evasione ed all’evasione “ afferma il Presidente provinciale di Confesercenti, Alberto Papini. E’ allora utile ricordare
che le piccole e medie imprese hanno pagato i forti adeguamenti fiscali attraverso gli studi di settore e la pesante raffica di condoni e concordati.
E questo mentre assistevamo a comportamenti che il nostro Presidente nazionale ha definito “pirateschi”da parte di manager e proprietari di grandi aziende, che hanno saccheggiato i risparmi di tante famiglie”.
Le PMI sono state le uniche ad accettare un meccanismo che stabilisce ricavi di riferimento.
“Gli studi di settore, applicati dalla stragrande maggioranza delle imprese minori grazie all’impegno delle Associazioni “ricorda Alberto Papini – sono stati aggiornati ed hanno prodotto importanti risultati in termini di entrate per lo Stato. Al contrario, la metà delle imprese più grandi dichiara reddito zero o addirittura in perdita e quelle che si spingono oltre i 500.000 euro di reddito, superano a stento il 2% del totale”.
Confesercenti ribadisce quindi il suo totale assenso nei confronti di una politica che miri a ristabilire
l’ equità fiscale nel paese. “Ovviamente – conclude Papini – Ë necessario che questa politica non sia una sorta di indifferenziata caccia alle streghe per la quale il commerciante è, per definizione, un soggetto restio a fare i conti con il fisco. Ribadisco che grazie anche agli studi di settore, le piccole e medie imprese hanno fatto pienamente la loro parte. Se caccia deve essere, è bene che il Governo individui bene chi sono le prede e cioè gli evasori veri”.
Inoltre rimane fondamentale la questione della semplificazione burocratica. “Gli eccessi sono noti a tutti e danneggiano tutti – afferma Papini. Ma mentre nel contesto della grande industria gli appesantimenti formali hanno una minima incidenza, nella piccola impresa, soprattutto quella commerciale, questi si rivelano un fardello spesso insopportabile. Il commerciante è impegnato in prima persona nell’attività ed il tempo che dedica agli adempimenti burocratici, è costretto a sottrarlo al normale svolgimento dell’attività d’impresa. Il danno è quindi più che evidente”.

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