A rischio il presidio di legalità sul territorio.
In seguito alla pubblicazione del Libro Blu 2020 da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale di Confesercenti Nazionale mette in luce il grave impatto economico subito dagli esercenti del settore in termini di perdita di fatturato, rispetto al quale i ristori economici previsti per tale categoria di imprenditori sono risultati non sufficientemente adeguati.
L’analisi dei dati presentati nel Libro Blu consente infatti di affermare che è proprio la dimensione di gioco su rete fisica ad aver subito l’impatto maggiore legato all’emergenza sanitaria da Covid-19, soprattutto in relazione alle ripetute chiusure attuate dal Governo per contrastare la diffusione del contagio.
Nello specifico la raccolta su rete fisica ha registrato una spesa netta da parte dei giocatori in calo del 41%, passando da 17,5 miliardi di euro nel 2019 a 10,3 miliardi di euro nel 2020; ciò ha comportato, come sottolineato dalla stessa ADM, che “una larga fetta della raccolta è stata assorbita dal mondo del gioco illegale, a riprova di come il gioco pubblico e il presidio del territorio tramite gli esercizi autorizzati sia un argine fondamentale contro il dilagare del gioco illegale in mano alla criminalità organizzata”.
Dall’analisi di quanto sopra riportato, ne discende che sono stati proprio gli esercenti del comparto, presidio di legalità sul territorio, ad aver subito l’impatto economico maggiore dalla pandemia; il margine lordo degli esercenti è infatti passato da 3,7 miliardi di euro nel 2019, a 2,2 miliardi di euro nel 2020, con un calo di circa 1,5 miliardi, di cui più di 1 miliardo riferibile ai soli apparecchi da intrattenimento. Mentre infatti nel 2019, oltre il 51% del margine lordo degli esercenti di gioco legale era attribuibile al settore degli apparecchi da intrattenimento, nel 2020 quasi il 55% del margine lordo risulta imputabile al settore Lottery (SuperEnalotto, Lotto e 10eLotto, Gratta e Vinci, etc.). A tal proposito è importante sottolineare che, durante il 2020, tali tipologie di gioco su rete fisica, a differenza degli apparecchi da intrattenimento, sono state consentite anche all’interno dei punti vendita generalisti, mentre gli esercizi specializzati non hanno potuto effettuare alcuna raccolta di gioco negli oltre 5 mesi di chiusura completa delle proprie attività.
“La perdita economica che abbiamo subito è davvero insostenibile” afferma il Presidente Stefano Papalia “abbiamo potuto riaprire le nostre attività solo a metà giugno e siamo ancora in una fase di lenta ripresa; per il 2021 stimiamo una perdita, in termini di margine lordo per gli esercenti del comparto, di circa 1,8 miliardi di euro. L’impossibilità di accedere ai finanziamenti, a causa degli arbitrari rifiuti da parte degli istituti di credito e l’assenza di ristori economici adeguati alle perdite subite, stanno davvero mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte imprese specializzate del settore, complessivamente circa 12 mila attività commerciali, che danno lavoro a più di 81 mila occupati diretti e indiretti. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha più volte ribadito il nostro fondamentale ruolo di presidio di legalità e tutti noi abbiamo visto le tragiche conseguenze, in termini di aumento del gioco illegale, derivanti dalla chiusura dei nostri punti vendita. Se la nostra sopravvivenza è a rischio, lo è anche quella del presidio di legalità sul territorio”.