Un’ulteriore tegola su un settore fortemente penalizzato.
“Le ipotesi di obbligo di green pass per accedere a ristoranti e mezzi pubblici stanno creando grande incertezza nei vacanzieri, soprattutto per le destinazioni più lontane, quelle che possono essere raggiunte con aereo, treno o nave e, di riflesso, sta penalizzando il nostro settore che sta ricevendo cancellazioni nell’ordine del 20% per agosto, un mese fondamentale per il turismo sia marittimo che montano”.
Così Nicola Scolamacchia Vicepresidente Vicario di Assohotel che aggiunge: “Premettendo che la tutela della salute va sempre anteposta a tutto, riteniamo il green pass una misura penalizzante per il comparto ricettivo, già fortemente provato da un anno e mezzo di pandemia. Una delle formule più vendute in estate negli hotel è la mezza pensione. L’obbligo del pass crea problemi in quelle famiglie con figli che ancora non si sono potuti vaccinare o nei giovani che scelgono di soggiornare in albergo e che ancora non hanno ricevuto la prima. L’ipotesi tampone è poi da escludere, sia per i costi che per la breve durata di validità. Così le persone, nell’incertezza, preferiscono disdire e rinunciare alle vacanze”.
“Il green pass – conclude Scolamacchia – impone agli albergatori anche un pesante onere legato al controllo, che non solo comporta nuove mansioni per il personale esistente o la necessità di incrementarlo, ma sottopone gli operatori a possibili errori nella fase di controllo e all’accesso a dati sensibili, mansioni che non competono alla nostra categoria. Invito il governo a far prevalere il buon senso e a non mettere a rischio il mese più importante per l’hotellerie. Altrimenti molti di noi non riusciranno a sopravvivere”.