Il Ministero ha eliminato il divieto

Sul divieto di vendita e somministrazione di alcolici la Confesercenti è soddisfatta per il risultato raggiunto. Nelle ultime settimane l’Associazione di categoria ha posto attenzione sull’argomento che rischiava di penalizzare moltissimi operatori del commercio su area pubblica.
Il risultato è stato che il Ministero dello sviluppo economico, con risoluzione n. 69837, del 30 luglio 2009, ha positivamente fatto chiarezza archiviando il proibizionismo: in definitiva gli operatori del commercio su aree pubbliche, sia che esercitino su posteggio isolato o posto all’interno di mercati o fiere, sia che commercializzino i propri prodotti in forma itinerante, potranno tranquillamente continuare ad effettuare la vendita di alcolici in recipienti chiusi.
Ha avuto quindi successo la battaglia di buon senso condotta da Anva Confesercenti per evitare una ingiusta penalizzazione in particolare dell’ambulantato sul problema della vendita degli alcolici.
“Pur restando giustamente – dichiara Mario Checcaglini di Confesercenti – il divieto di somministrare alcolici da parte di chi non ha licenza di pubblica sicurezza, è stata fermata la dilatazione del divieto alle ore del giorno che avrebbe messo in ginocchio migliaia di piccole imprese che operano correttamente con punti di vendita nel territorio e nei mercati.”
“Inoltre – prosegue il direttore di Confesercenti – anche chi effettua la somministrazione di alcolici su aree pubbliche nell’ambito di manifestazioni quali sagre, feste e riunioni straordinarie di persone in genere, sulla base di autorizzazione temporanea alla somministrazione di alimenti e bevande, non avrà alcun problema a continuare le normali attività di somministrazione degli alcolici.”
“È stato il Ministero dello sviluppo economico, raccogliendo le preoccupazioni della Confesercenti, – conclude Checcaglini – a fare chiarezza sulla questione. Nelle ultime settimane avevamo posto il problema proprio perchè una sbagliata interpretazione dell’art. 23 della Legge comunitaria 2008 avrebbe potuto portare ad un illogico stop alle regolari attività commerciali su aree pubbliche. Il rischio è stato quello di veder elevare sanzioni all’entrata in vigore della legge fissata per il 29 luglio scorso che poi avrebbero portato a successivi ricorsi e causando confusione nel settore”.

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