Confesercenti riflette sulla mortalità delle imprese e condivide l’evento Ci Amazzon di Tovaglia a Quadri. Presentate anche le vetrofanie per i negozi.
2.422 negozi hanno abbassato le saracinesche in provincia di Arezzo dal 2011 al 2017. L’anno nero è il 2016 con 384 chiusure. La media annuale di aziende che hanno gettato la spugna è di più di 300. In 7 anni un vero stillicidio anche di lavoratori. Molteplici naturalmente le ragioni che sono alla base della chiusura di un esercizio commerciale. “Adesso è arrivato il momento di analizzare, se e quanto, a pesare sulle difficoltà del commercio tradizionale – spiega il direttore Mario Checcaglini – è anche la vendita online. Abbiamo voluto quindi studiare il fenomeno per affrontare un tema che sta a cuore ai commercianti e che ha bisogno di essere affrontato sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista sociale”.
Lo spettacolo teatrale “Ci Amazzon” nell’ambito di Tovaglia a quadri” ad Anghiari è stato il miglior spunto per accendere i riflettori sul commercio elettronico e crediamo che sia utile per arrivare alle orecchie dei consumatori. “Ci siamo domandati: è il commercio elettronico ad uccidere?” aggiunge Checcaglini. E soprattutto: “perché il commercio elettronico è vissuto come un problema, un concorrente, dal commercio tradizionale? Forse perché c’è l’evasione dell’Iva e una differente tassazione che rende il prodotto maggiormente appetibile al consumatore?”. Le risposte Confesercenti le ha trovate all’interno della delibera del 24 maggio 2018 della Corte dei Conti sull’e-commerce e il sistema fiscale. Checcaglini riportando quanto contenuto nella deliberazione della Corte dei Conti spiega: “I gruppi internazionali, traendo vantaggio dalla disarmonizzazione delle specifiche regole a livello mondiali sono in grado di strutturare schemi commerciali finalizzati ad eludere l’Iva”. E ancora: “la fittizia localizzazione della residenza fiscale, permette di sottrarsi agli obblighi tributarti previsti dall’ordinamento nazionale , allo scopo di usufruire di un regime impositivo più favorevole sfruttando le disarmonie tra le diverse giurisdizioni”. “Alla luce di queste considerazioni – aggiunge Checcaglini – Confesercenti è d’accordo all’introduzione di una tassa significativa, sul volume di affari del commercio elettronico affinchè non ci sia un vantaggio competitivo dovuto ad una minor pressione fiscale”. I dati della crescita online dell’e-commerce in Italia contenuti nel report di “Casaleggio Associati” del maggio 2018 indicano crescite annuali a due cifre. Nel 2011 il fatturato sfiora i 19 miliardi di euro (+32%); nel 2012, 21 miliardi (+12%); nel 2013, 22 miliardi (+6%); nel 2014, 24 miliardi (+8%); nel 2015, quasi 29 miliardi (+19%); nel 2016 oltre 31 miliardi (+10%); nel 2017 ben 35.133.577.104 (+11%) . “È chiaro – commenta la responsabile di Confesercenti Valtiberina Chiara Cascianini – che sono anche le abitudini del consumatore ad essere cambiate. Se sugli assetti fiscali dovrà essere lo Stato a porgere l’attenzione, per quanto riguarda invece i comportamenti del consumatore, Confesercenti ha voluto condividere l’iniziativa di Tovaglia a Quadri che con il sorriso ha focalizzato le difficoltà dei negozi tradizionali mettendo in scena la commedia Ci Amazzon. Confesercenti ha predisposto anche le vetrofanie da attaccare nei negozi con il messaggio: Qui ci Amazzon. Saranno distribuite in tutta la valtiberina e non solo ad Anghiari”. “Sono sicuro – puntualizza il direttore di Confesercenti – che l’iniziativa riuscirà a far riflettere. Non è una voce dei commercianti che può apparire una lamentela; è uno spettacolo che ha saputo affrontare un tema serio e il messaggio può arrivare dritto nelle orecchie dei consumatori. Acquistare online significa infatti impoverire i nostri centri storici. Ogni saracinesca abbassata è un servizio che si allontana. La popolazione invecchia e avrà minor dimestichezza con tablet e pc. Per questo Confesercenti ritiene che la salvaguardia dei negozi tradizionali debba essere un sentimento comune in quanto c’è bisogno del negozio sotto casa e non per provarsi solamente un capo, toccarlo con mano, e capire se è quello giusto per poi andare ad acquistarlo online. È lo stesso commercio elettronico ad aver capito l’importanza del rapporto se inizia a sentire la necessità di aprire store da affiancare alle vetrine virtuali. E chissà che prima o poi non si inizi a registrare un’inversione di tendenza. È quello che Confesercenti si augura”.
Arezzo, 2 agosto 2018