Non corriamo il rischio di Prato. Occhi aperti sulla possibilità di insediamento nell’area ex-Lebole di una grande struttura a marchio Stefan. A dirlo è Confesercenti preoccupata dal fatto che anche ad Arezzo possa succedere ciò che è già accaduto a Prato.
Sono voci sempre più insistenti – ha dichiarato il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini – che circolano in città tra gli operatori commerciali. Se limminente apertura nellarea ex-Lebole di un grande magazzino a marchio Stefan fosse confermata e tra laltro con unoccupazione addirittura di 10/15 mila metri quadrati di superficie di vendita ci potremmo trovare di fronte ad una grande superficie di vendita.
Ma attenzione – prosegue Mario Checcaglini – larea ex-Lebole essendo, dal punto di vista urbanistico, unarea produttiva, non consente la vendita al minuto. E una grande struttura necessita dellautorizzazione della regione toscana.
Sulla base di queste elementari considerazioni – aggiunge il direttore di Confesercenti – non ci sono le basi per poter realizzare nellarea ex-Lebole un grande magazzino per la vendita al dettaglio. La preoccupazione della nostra associazione di categoria è che Stefan, già a Prato per esempio, ha aperto utilizzando una scorciatoia per aggirare le norme.
E come? A Prato, è stata aperta unattività all’ingrosso, cioè solo per utilizzatori professionali. E non essendo un esercizio commerciale al minuto, nella struttura non possono fare acquisti tutti i cittadini. Il fatto è poi che a Prato i cittadini hanno acquistato, iscrivendosi ad una cooperativa. Con liscrizione ogni cittadino diviene un operatore professionale e così può accedere allingrosso. Il consumatore acquista la merce, la fattura è intestata alla cooperativa cui il consumatore era stato iscritto. È evidente che si tratta di un artificio e così il Comune di Prato prontamente è intervenuto.
Peraltro il rischio secondo Checcaglini è che un ingrosso non è sottoposto ad orari definiti, perciò ha la facoltà di aprire anche i giorni festivi e quindi per ipotesi tutte le domeniche, con conseguenze sullequilibrio raggiunto grazie allattuale ordinanza sugli orari. Ad Arezzo, la struttura Stefan, se fosse pensata in questi termini, darebbe il via ad una spirale che rapidamente potrebbe portare allapertura di tutte le strutture commerciali della città e del circondario.
La preoccupazione di Confesercenti conclude il direttore – è che nellarea ex-Lebole si verifichi una situazione analoga a quanto accaduto a Prato. Le voci che ricorrono sono sempre più insistenti. Per questo abbiamo scritto al Sindaco Giuseppe Fanfani e allassessore al commercio Alessandro Caporali. Vogliamo affrontare la questione. Nella missiva si sottolinea agli amministratori che se le voci fossero fondate, l’area ex-Lebole, avrebbe un utilizzo che la città ha già rifiutato qualche anno fa, quando in maniera corale disse no alloutlet ad Arezzo.
Abbiamo notizie che anche il sindacato dei dipendenti si è mosso in tale direzione e per questo chiediamo massima unità per respingere una simile ipotesi. Per affrontare questo problema deve esserci il massimo di unità tra le associazioni del commercio e le organizzazioni sindacali, che coerentemente dovranno sostenere lamministrazione nelle iniziative che potrà intraprendere. I sindacati dei lavoratori si sono già pronunciati in tal senso, noi lo facciamo oggi.
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