ORDINANZA BOTTIGLIE AD AREZZO

“La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) – Confcommercio e la Fiepet (federazione italiana esercizi pubblici)- Confesercenti della provincia di Arezzo comprendono e si fanno carico del problema che l’Amministrazione Comunale di Arezzo ha inteso affrontare con l’ordinanza sul divieto di vendita di bevande in bottiglia e lattina da asporto, perché la pulizia, l’ordine, il decoro e la sicurezza della città sono questioni che stanno a cuore ai commercianti più che a chiunque altro”.

È con queste parole che si apre il documento stilato dagli operatori dei pubblici esercizi di Ascom e Confesercenti di Arezzo. Un documento che presto sarà sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, alla quale la categoria fa sapere “che sarà al suo fianco nell’impegno di debellare quei fenomeni che rappresentano problemi di malcostume e maleducazione prima ancora che di ordine pubblico”.

Gli operatori tengono però a precisare che non possono “in alcun modo sostituirsi alle forze dell’ordine nel pretendere dai loro clienti il rispetto per la legge o anche soltanto comportamenti di buon senso e quieto vivere”, come non possono fare a meno di chiedere all’Amministrazione la valutazione di “alcuni correttivi dell’ordinanza che, se accolti, eviterebbero o limiterebbero un inutile danno alla categoria, senza per questo pregiudicare l’efficacia del provvedimento”.

Il documento passa poi ad elencare gli emendamenti nel dettaglio.

“In particolare, i baristi ritengono sia indispensabile l’installazione di un maggior numero di cestini per i rifiuti, in modo che coloro che un po’ di senso civico ce l’hanno abbiano la possibilità di non sporcare la città;

chiedono inoltre più sorveglianza, non solo nei confronti degli esercenti che non dovessero rispettare l’ordinanza, ma anche e soprattutto di coloro che compiono gli atti vandalici o di disturbo della quiete pubblica, anche attraverso l’applicazione di strumenti di video-sorveglianza più volte sollecitati all’Amministrazione. Al proposito, chiedono maggiore repressione e l’applicazione di sanzioni a chi getta non solo bottiglie, ma anche carta e rifiuti in genere;

chiedono poi di esentare dall’ordinanza le seguenti attività:
– le pizzerie e le attività di ristorazione in genere, dal momento che le bevande in bottiglia o lattina vendute insieme a pizze o altri alimenti da asporto è poco probabile siano destinati ad un uso diverso che quello domestico;
– le enoteche e più in generale quei locali che vendono vini e liquori pregiati in confezioni regalo.

Gli operatori chiedono che il termine orario di applicazione dell’ordinanza, attualmente fissato alle ore 6, sia anticipato alle ore 4, al fine di non comprendere attività che non hanno più niente a che vedere con la vita notturna ma piuttosto con la prima colazione di chi per qualsiasi motivo è costretto ad alzarsi presto.

Chiedono inoltre di concentrare la sorveglianza e la repressione nei luoghi della città che rappresentano particolari criticità sotto questo profilo, che per fortuna sono pochi e ben identificabili;

Chiedono infine di verificare l’effettiva applicazione dei divieti contenuti nell’ordinanza anche e soprattutto presso circoli privati, call center, internet point e tutte le attività nei quali il fenomeno può avere una dimensione significativa”.

Il documento si conclude evidenziando che “una volta che siano state recepite queste indicazioni, che sono indicazioni di buon senso da parte di chi è sensibile al problema e forse lo conosce meglio di chiunque altro, la categoria è disposta ad affiancare l’Amministrazione Comunale, il sindaco e l’assessorato al commercio in ogni iniziativa volta ad affermare i principi del vivere civile dell’educazione e del decoro per la città”.

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