Una delegazione di baristi rappresentati in Confesercenti, ha incontrato lassessore al commercio Alessandro Giustini per sottoporgli la questione delleccesso di aperture dei bar.
La questione era stata sollevata già nel 2009 dallassociazione di categoria di Via Fiorentina e dal suo direttore Mario Checcaglini che aveva avuto la rassicurazione da parte dellamministrazione comunale di rivedere i parametri che regolano gli esercizi pubblici. E lassessore Giustini si è dimostrato attento alla questione e disponibile a istituire in tempi rapidi un tavolo. Nel frattempo nella sede di Confesercenti è stata fissata unassemblea degli operatori. Sarà loccasione per esporre allassessore le loro richieste. Lappuntamento è per martedì 8 giugno alle ore 16 in Via Fiorentina.
Il 2010 è arrivato dichiara Checcaglini e tra laltro la crisi dei consumi non accenna a ridursi. Adesso quindi non cè più tempo per aspettare. È necessario intervenire per ridurre le aperture. Cè di mezzo il futuro delle aziende. Come associazione di categoria non chiediamo il contingentamento, ormai superato, ma lindividuazione di parametri più stringenti. Ad esempio potrebbe essere fatta una più attenta verifica della professionalità di chi si candida a gestire lattività di bar. Oppure considerare aspetti urbanistici come il numero di parcheggi o ampiezze dei locali.
Gli operatori dei pubblici esercizi di Confesercenti chiedono quindi un freno al rilascio di nuove autorizzazioni per laperture di bar e ristoranti. Il contenuto della delibera del Comune di Arezzo indicava il 2010 come lanno per la revisione e per lapprovazione dei nuovi criteri da rispettare per le aperture dei pubblici esercizi. Lavoriamo quindi in questa direzione dicono gli operatori.
Allassessore prosegue il direttore di Confesercenti abbiamo proposto di costituire un tavolo che in tempi brevi valuti parametri più restrittivi. Secondo il sindacato dei baristi costituito nella nostra associazione, è poco ragionevole aprire ogni anno decine di nuovi locali soprattutto in considerazione del periodo di stagnazione dei consumi. Tra laltro un imprenditore che intendesse aprire questo genere di attività, di certo non farà fatica a trovare un esercizio in vendita.
Crediamo conclude Mario Checcaglini che un intervento in tal senso ad oggi sia urgente. Magari per un paio di anni. Poi per il futuro potremo rivedere la decisione presa. Il tempo di superare la crisi. Il timore, è tra laltro che in un momento di disoccupazione, tanti vedano il bar come unopportunità lavorativa. Al contrario il proliferare delle attività dei bar e dei ristoranti finisce per danneggiare lintero settore e rischia di mettere in difficoltà molte imprese che già operano nel settore e che da anni hanno fatto investimenti ai quali devono far fronte.
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