Pubblici esercizi la Toscana ha già una legge

Fiepet-Confesercenti Toscana e Fipe-Confcommercio Toscana, federazioni regionali dei pubblici esercizi, richiamano l’attenzione sulla normativa regionale che regola la somministrazione di alimenti e bevande e ricordano che la legge regionale, in vigore da agosto non è in contrasto con il decreto Bersani che riguarda le liberalizzazioni.
“Una circolare del Ministero dello Sviluppo economico a fine settembre ha spiegato chiaramente che la regolamentazione regionale che prevede, tra le altre cose, programmazione e zonizzazione dei pubblici esercizi, è in sintonia con la riforma varata dal ministro Bersani” spiegano il presidente regionale di Fipe Aldo Cursano e di Fiepet Esmeralda Giampaoli.
“Il decreto Bersani, sempre in base alla circolare ministeriale, è applicabile solo in quelle Regioni che non hanno ancora legiferato in materia – proseguono Cursano e Giampaoli – pertanto in Toscana nulla cambia. Il ministero, insomma, sgombra il campo da qualsiasi ipotesi di liberalizzazione del settore della somministrazione di alimenti e bevande, ribadendo invece la necessità della programmazione”.
Le due Federazioni regionali del settore, per questo, si rivolgono alla Regione Toscana perché si evitino eventuali fughe in avanti delle Amministrazioni comunali che, allo stato delle cose, non hanno ragion d’essere: “La Regione ha avviato una programmazione seria sui pubblici esercizi, passata attraverso la concertazione con le organizzazioni di categoria e le altre parti sociali e l’emanazione di una legge e delle direttive – ricordano Cursano e Giampaoli – grazie a questo si può garantire un servizio uniforme e funzionale alle esigenze dei cittadini ed un efficace ‘governo del territorio’ che è un diritto/dovere delle Amministrazioni locali. Adesso chiediamo alla Regione, che è il legislatore competente, di richiamare l’attenzione di tutti i Comuni della Toscana al rispetto della normativa in vigore che non contrasta con il decreto Bersani. Riteniamo, dunque, che non ci sia alcuna necessità di adeguamento della stessa ma che si debba procedere, su tutto il territorio regionale, alla concertazione per la definizione di strumenti di programmazione in base alla normativa in vigore”.
“L’obiettivo di fornire ai consumatori un livello minimo ed uniforme di condizioni di acquisto e accessibilità – affermano i presidenti di Fipe e Fiepet regionale – si può raggiungere solo con un’oculata zonizzazione del territorio che permetta alle istituzioni di governare i processi economici in armonia con l’esigenza di fornire un servizio qualificato e consono alla domanda attraverso un’azione capace di prevenire distorsioni dell’equilibrio ambientale sociale e culturale delle città.
Dal ministero dello Sviluppo economico sono arrivati anche importanti chiarimenti in merito al consumo sul posto di generi di gastronomia effettuabili negli esercizi di vicinato. In sostanza si è voluto dare impulso alla consumazione sul posto dei prodotti di gastronomia senza introdurre elementi che possono generare confusione nel mercato o determinare un calo qualitativo dell’offerta di somministrazione. Al riguardo il ministero ha precisato che gli arredi non possono coincidere con le attrezzature tradizionalmente utilizzate da bar e ristoranti. In sostanza gli arredi di tali esercizi devono essere correlati all’attività consentita, che è la vendita per asporto dei prodotti alimentari ed il consumo sul posto dei prodotti di gastronomia: è ammesso l’impiego di piani d’appoggio di dimensioni congrue all’ampiezza del locale, nonché la fornitura di stoviglie o posate monouso. Non è ammesso il servizio di somministrazione assistito con camerieri.

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