Rischio trasformazione in ristoranti

Il consiglio della Regione Toscana il 9 dicembre ha in calendario la discussione sulla proposta di legge che modifica la regolamentazione degli agriturismi in Toscana. Gli obiettivi della legge, enunciati negli incontri con la nostra associazione, erano condivisibili e per questo li abbiamo condivisi. Essi parlavano di semplificazione per le aziende del settore, di sviluppare il principio della filiera corta per incrementare le colture e gli allevamenti destinati alla somministrazione dei pasti.
“Obiettivi pienamente condivisi anche da Confesercenti – commenta Mario Checcaglini, Direttore di Confesercenti – in quanto anche per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi siamo impegnati a garantire semplificazione nelle procedure burocratiche, con minori costi per le imprese, e a iniziative per “accorciare” la filiera. Iniziative come ‘Vetrina Toscana a Tavola’ e ‘Botteghe di Toscana’, vanno esattamente in questa direzione”.
In tutt’altra direzione, invece, va il testo di nuova regolamentazione degli agriturismi approvato la scorsa settimana nella commissione attività produttive del Consiglio della Regione Toscana e in procinto di accedere all’approvazione dell’aula del parlamento Toscano.
“Il testo emerso dal lavoro della commissione – commenta perentorio Checcaglini – rappresenta una vera e propria minaccia per la ristorazione toscana di qualità e per la tradizione dell’accoglienza tipica della nostra regione”.
Infatti, in base al nuovo testo in via di approvazione, gli agriturismi potranno servire non solo pasti con prodotti che non provengono dall’azienda, come attualmente dispone la norma, ma potranno servire il pasto a tutti quindi anche chi non alloggia presso l’agriturismo, cosa oggi non ammessa. In sostanza con l’approvazione di questa norma le strutture definite agrituristiche diverrebbero tanti esercizi della ristorazione.
“La Regione con questa proposta di legge – aggiunge il Diretore di Confesercenti Arezzo – rischia di non tutelare l’interesse generale, privilegiando gli operatori agrituristici rispetto a tanti imprenditori della ristorazione per così dire tradizionale. La regione rischia di creare gravi difficoltà all’equilibrio del settore, già provato da una sostanziale liberalizzazione contenuta nel nuovo codice del commercio. E’ chiaro che diciamo un risoluto no alla concorrenza sleale tra imprese. Non è così che si sostiene un settore economico come quello agricolo, e non è così che si salvaguardano le nostre campagne”.
“Occorre perciò una prova di senso di responsabilità da parte di tutti – conclude e perciò chiediamo ai Consiglieri Regionali della nostra provincia di sostenere la richiesta della Confesercenti di far slittare la discussione in Consiglio regionale onde consentire il confronto con le categorie della ristorazione. Abbiano scritto al Presidente della Regione Martini e al Presidente del Consiglio Regionale Nencini oltre alla commissione attività produttive e a tutti consiglieri regionali”.

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