Le Organizzazioni di categoria dei gestori -Faib/Aisa Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio- hanno potuto, nella mattinata di oggi, esporre al Presidente dellAutorità che regola lo sciopero nei pubblici servizi, prof. Martone, le loro più profonde e motivate preoccupazioni in ordine agli effetti devastanti che il provvedimento predisposto dal Ministro Bersani e in discussione alla Camera, rischia di produrre sulla intera categoria, oltreché nei confronti del settore della distribuzione carburanti nel suo insieme e, conseguentemente, dei cittadini-consumatori che ne usufruiscono.
Al termine dellesposizione dei rappresentanti sindacali, il prof. Martone ha assicurato il proprio intervento finalizzato ad avviare un tentativo di mediazione -così come prevede il quadro normativo di riferimento- tra gestori e Governo, chiedendo di valutare, al tempo stesso, la possibilità di ridimensionare la durata delle agitazioni già proclamate per la prossima settimana.
Apprezzando la posizione assunta dalla Commissione di garanzia, le Organizzazioni dei gestori hanno aderito a tale invito, assumendo la decisione di ridurre da tre a due i giorni di chiusura degli impianti, anche al fine di contenere qualsiasi disagio per i cittadini, vittime -come i gestori- di una politica assolutamente indifferente alle reali esigenze delle piccole imprese e dei lavoratori del settore e noncurante delle ripercussioni sociali ed economiche causate da decisioni rivolte ad assolvere esigenze propagandistiche e a proteggere le grandi rendite delle potenti lobby industriali.
Con queste premesse e conservando intatta la netta contrarietà ed opposizione allazione del Governo, Faib/Aisa Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio rendono noto che la chiusura degli impianti posti sulla viabilità urbana inizierà dalle ore 19.30 del 5 per terminare anticipatamente alle ore 19.30 del 7 giugno, mentre le aree di servizio autostradali chiuderanno dalle ore 22.00 del 5 e riapriranno alla stessa ora del 7 giugno.
In Sicilia, in considerazione della peculiarità delle vicende che interessano la rete isolana e per poter valorizzare la dichiarata disponibilità della giunta regionale ad assumere decisioni in netta controtendenza con quanto immaginato dal Governo centrale, la chiusura sarà limitata al solo giorno 6, secondo il seguente orario: dalle ore 20.00 del 5, alle ore 7.00 del 7 giugno.
Come è prassi consolidata, saranno comunque garantiti i servizi di emergenza su tutta la rete distributiva nazionale, a cominciare dalle aree di servizio autostradali che rimarranno presidiate per tutta la durata delle agitazioni.
Avremmo sinceramente preferito evitare questo nuovo disagio per i cittadini afferma il Presidente provinciale Faib Confesercenti, Donato Nardelli ma a distanza di quattro mesi ci vediamo nuovamente costretti alla misura più drastica. Nonostante le dichiarazioni pubbliche, il Governo non ha mai messo in atto la volontà di prestare più ascolto alle ragioni della nostra categoria. Anzì, al momento di passare ai fatti, la situazione si sta facendo ancora più cupa. Come si ricorderà, i benzinai protestano infatti contro i propositi di liberalizzazione del settore, particolarmente sbilanciati in favore della grande distribuzione organizzata e delle cosiddette pompe bianche. Nei giorni scorsi un nuovo incontro tra i rappresentanti dei gestori e il Ministero dello Sviluppo economico si è concluso con un nulla di fatto: nessuna delle nostre richieste è stata accolta spiega Nardelli ed anzi, quasi in contemporanea, il relatore del provvedimento presentava in Parlamento un emendamento finalizzato alla deregulation piena degli orari.
Le sigle dei gestori stigmatizzano anche il comportamento del Ministro Bersani, che più volte si è detto disponibile al confronto, ma che alla prova dei fatti non si è mai messo al tavolo con loro. Come abbiamo già spiegato in passato, noi non intendiamo impedire ad oltranza le liberalizzazioni, chiediamo piuttosto di poter agire sul mercato alle stesse condizioni offerte alla grande distribuzione, la quale per i pochi impianti finora aperti in Italia può approvvigionarsi direttamente in raffineria, saltando un passaggio nella filiera. Lespansione di questo squilibrio nel mercato farà sparire i piccoli distributori: chi rimarrà agirà in regime di oligopolio e, come è avvenuto in Francia, i consumatori pagheranno con gli interessi quello che gli viene fatto credere di risparmiare ora conclude Nardelli.