Il termine per il completamento degli onerosi lavori di adeguamento antincendio per gli alberghi è stato fissato, dalla conversione in legge del decreto milleproroghe 2014, al 31 ottobre 2015. Scadenza che sembra essere stata scelta apposta per fare in modo che un’ulteriore dilazione dei termini di adeguamento non possa essere fatta rientrare nel decreto milleproroghe 2015, emanato a fine anno, mettendo così in serio rischio la sopravvivenza di oltre 10 mila imprese alberghiere.
Questo, nonostante ad oggi non sia ancora stata data attuazione ai provvedimenti che prevedevano la semplificazione dei requisiti, in particolare per le strutture ricettive turistico alberghiere fino a cinquanta posti letto.
“Ad oggi – sottolinea Filippo Donati, presidente di Assohotel-Confesercenti – pur rimanendo fermi i termini di adeguamento, invece di provvedere all’effettiva semplificazione dei requisiti (e quindi alla riduzione degli oneri di adeguamento connessi) è stata unicamente predisposta una bozza di normativa, per gli alberghi esistenti da 26 a 50 posti letto che, lasciando ancora un grandissimo divario nei confronti degli alberghi fino a 25 posti letto, non aggiorna le disposizioni antincendio con la “particolare semplificazione” richiesta.
La circostanza che migliaia di albergatori non siano ancora riusciti ad adeguare le proprie attività alle disposizioni del DM 9 aprile 1994 – aggiunge Donati – rende inevitabilmente palese quanto questa norma antincendio fosse, per gli alberghi esistenti, sbagliata e non sostanzialmente attuabile”.
Oltretutto, non è possibile sapere quale sia la situazione statistica in merito all’adeguamento degli alberghi esistenti in quanto le richieste specifiche, indirizzate ai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, sono cadute nel vuoto. Dai pochi dati pubblici disponibili, risalenti al 19 ottobre 2013, risulta che:
• le strutture alberghiere (nuove ed esistenti) conformi alle disposizioni del DM 9 aprile 1994 erano circa il 17,0 % di quelli totali (e, quindi, l’83,0 %, del totale degli alberghi non risulta ancora adeguato completamente!);
• gli alberghi in regola ai fini dell’esercizio risultavano circa il 54,1 % di quelli totali;
• gli alberghi che non risultavano in alcun modo in regola, ovvero che non avevano neppure presentato domanda di ammissione al piano straordinario di adeguamento risultavano circa l’11,8 % di quelli totali.
Inoltre, le statistiche dei Vigili del Fuoco, mostrano che, nel periodo 1999-2008, la mortalità per incendio negli alberghi italiani è mediamente pari ad una persona ogni miliardo di presenze. Valore che risulta nettamente inferiore alla frequenza di uno su un milione che, in Paesi evoluti come l’Olanda, la Spagna, la Francia e la Germania è considerata la soglia di accettabilità. Ma nonostante gli studi dei Vigili del Fuoco mostrino che non è necessario ridurre il rischio d’incendio per gli alberghi esistenti perché risultano già praticamente sicuri, si impone ugualmente di sostenere costi per interventi che non sono giustificati dai benefici in termini di sicurezza che ne scaturirebbero.
“Nonostante la Commissione Europea abbia annunciato l’intenzione di rivedere la raccomandazione europea del 1986 sulla sicurezza antincendio negli alberghi – conclude il presidente di Assohotel – viceversa, in Italia, i burocrati e la politica, in questo periodo di stagnazione economica, continuano ad imporre agli alberghi esistenti la realizzazione di lavori che potrebbero risultare inutili, senza verificare se tali interventi sono effettivamente necessari e, soprattutto, senza cercare di capire quali siano le ragioni per le quali, dopo oltre vent’anni dall’emanazione del DM 9 aprile 1994 e le modifiche del DM 6 ottobre 2003, una percentuale ancora elevata di albergatori non sia ancora riuscita ad adeguarsi alle sue disposizioni”.